Questo sito utilizza i cookies per il funzionamento. Cliccando su Ok ne consenti l'utilizzo

Typography

Informazioni pratiche

Percorso Passo di Resia / Ostiglia
Lunghezza 370 km
Regioni attraversate Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia
Ciclovie di Qualità
Gpx del percorso http://www.bicitalia.org/yourls/claudiaaugusta
Alloggi per cicloturisti
Info

L’antica strada romana che collega il Danubio al Po e all’Adriatico rivive come uno dei corridoi cicloturistici più attrezzati e di successo fra Austria e Italia

Ciclabili del Trentino-Alto Adige

L’itinerario si basa inizialmente sulla ciclabile della Val Venosta (Vinschgauer Radweg) che ha inizio al Passo di Resia (1504 mslm) non lontano dalla sorgente dell’Adige nel comune di Curon Venosta. Il celebre campanile nel lago rappresenta un vero e proprio landmark. Il tratto iniziale ha spesso forti e costanti pendenze fino a Prato allo Stelvio dove il corridoio intercetta la valle creata dal fiume Adige, per poi seguirla fino a Verona senza particolari dislivelli eccetto un piccolo strappo nei pressi di Merano, tuttavia in discesa nel verso nord-sud. Da Merano la ciclabile dell’Adige continua il suo corso caratterizzato dalla vinicoltura e dalla coltivazione di mele, affascina anche con incantevoli borghi, numerosi castelli e fortezze.

Verona – Ostiglia

Da Trento la strada romana si divideva in due: un ramo attraversando la Valsugana e il bellunese si concludeva ad Altino presso Venezia, ma il miglior corridoio ciclabile è certamente quello “ostiliense” che nel tratto Trento-Verona coincide con Bicitalia 1. Già in in progetto il riuso della ex ferrovia da Verona a Bologna lungo la valle del fiume Tartaro, in attesa della concessione del sedime da parte di RFI. Il progetto della ciclovia del Tartaro da Verona a Ostiglia permetterà in circa 60 km di ottenere un collegamento diretto con il Po, ma occhio agli incontri sul percorso: Isola della Scala, un’”insula” di origini romane che sorge in un territorio pieno di risorgive con produzioni tipiche di riso e Gazzo Veronese all’interno della zona delle Valli Grandi Veronesi, paludi bonificate nell’Ottocento e nel Novecento, in cui sono tuttora in corso campagne di scavo per riportare alla luce i resti di epoca romana.