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percorsi
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FotoL'anello nei pressi di Custoza (M. Passigato, 2014)

Da Sommacampagna a Sommacampagna (VR)

L’Anello cicloturistico Terre del Custoza è lungo circa 65 km, si sviluppa su viabilità promiscua a basso traffico dei quali il 70% asfaltata ed è interamente tabellato con segnaletica cicloturistica. Può essere percorso in entrambi i sensi di marcia e permette di esplorare tutto il territorio transitando all’interno dei 5 capoluoghi comunali di Bussolengo, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona che si sono riuniti in Partenariato per promuovere le Terre del Custoza in un’ottica di Turismo Rurale.

La scenografia dei colli morenici del Garda, il paesaggio ondulato a vigneti, le corti rurali antiche ed i luoghi che ricordano le battaglie risorgimentali fanno da sfondo a questo bellissimo percorso.

Nel territorio dei 5 Comuni predetti è stata realizzata una rete con una decina di itinerari cicloturistici per complessivi 145 km e anche un percorso per MTB nella splendida ed incontaminata Valle dei Mulini percorsa dal fiume Tione. Tra i percorsi, tutti segnalati nei due sensi di marcia, l’Anello del Custoza si riconosce per avere nella segnaletica una cornice rossa che contorna il numero dell’itinerario quando coincide con l’anello del Custoza.

Per ulteriori informazioni vedere il sito http://www.terredelcustoza.com/it/esperienze/itinerari-cicloturistici ove sono descritti tutti i percorsi ciclabili del territorio dei 5 comuni ed è visibile un simpatica video guida del percorso; per la traccia GPS dell’anello del Custoza in clikare qui (attivare il link). Il percorso è rappresentato in una cartografia installata su numerose bacheche distribuite lungo il percorso.

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Informazioni

Tipologia di percorso pista ciclabile in sede protetta con alcuni tratti di traffico promiscuo
Lunghezza 65 km
Livello di difficoltà medio
Fondo stradale prevalente asfalto, sterrato
Bicicletta Trekking, MTB
Luoghi d'interesse Borghetto sul Mincio, Bussolengo, Custoza, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio, Villafranca di VR
Informazioni pratiche
Gpx del percorso

Alloggi per cicloturisti

Descrizione

Il percorso leggermente ondulato può essere accorciato a piacimento utilizzando il reticolo di strade asfaltate ed i percorsi di collegamento tabellati.

Si descrive “l’anello delle terre del Custoza" iniziando da Sommacampagna, in quanto centro attrezzato a poca distanza dall’omonimo casello autostradale; il percorso viene proposto in senso antiorario. Utilizzando il percorso n. 35 si dirige verso Sona e Palazzolo, dove è possibile, con l’itinerario 30 raggiungere Bussolengo e la balconata sull’Adige verso le Prealpi veronesi; a Bussolengo transita la ciclabile Adige Biffis che collega Garda e la Valle dell’Adige con Verona e Venezia mediante il Percorso Regionale I1.

Da Palazzolo il percorso 30 conduce a San Giorgio in Salici e in zona San Rocco, ove con il percorso 9 coincidente con il tracciato nazionale Bicitalia 12 Pedemontana Alpina si può raggiungere il Fiume Mincio in corrispondenza di Salionze. Il Mincio è percorso dalla Ciclopista del sole Bicitalia 1 ed Eurovelo 7, localmente chiamata anche E6 nel sistema ciclabile Regionale. Il Mincio viene percorso lungo l’argine sinistro fino a Borghetto di Valeggio sul Mincio ove si può risalire a Valeggio e attraversando la pianura con il percorso 8A, raggiungere Villafranca di Verona. Da Villafranca di Verona con il percorso 16 si risale sulla collina di Custoza.

Il Territorio

Dal punto di vista geografico il territorio in esame è inscrivibile in un triangolo delimitato dall’asse Lago di Garda - Mincio ad ovest, dal fiume Adige a nord-est e dalla via Postumia a sud-est. Al centro del territorio scorre il fiume Tione che attraversa le colline moreniche con caratteristici meandri in un ambiente agreste/boscoso a bassissima urbanizzazione. Il territorio collinare coltivato prevalentemente a vigneto è stato generato dai depositi morenici dell’antico Ghiacciaio del Benaco che ha costruito il grande arco morenico che contorna il Lago di Garda. In questo territorio ci sono tante strade minori: solo le strade principali sono percorse da traffico importante mentre tantissime altre sono molto tranquille e piacevolissime per andare in bicicletta. Sono frequenti le splendide vedute sul Garda e sulle montagne: il clima gradevole per almeno 9 mesi all’anno e la sviluppata capacità ricettiva dell’infrastruttura turistica ne fanno un luogo altamente vocato per trascorrere piacevoli giornate in bicicletta. I fatti salienti del territorio sono illustrati da 15 bacheche distribuite lungo i percorsi cicloturistici che contengono informazioni storico artistiche sui dintorni e sono ripresi sulle schede a lato organizzate per Comune. In questi anni il territorio delle colline moreniche del Garda è stato oggetto di numerose iniziative di promozione dell’uso della bicicletta, in particolare

- Il sistema EuroVelo / Bicitalia con la Ciclopista del Sole (itinerari con segnaletica cicloturistica solo nel territorio del Partenariato);

- Il sistema Bicitalia con la Pedemontana alpina e la TiBre dolce (itinerari con segnaletica cicloturistica solo nel territorio del Partenariato);

- Il sistema Regionale con la ciclopista del Mincio E6 e la Ciclovia Lago di Garda Venezia I1 dotati di segnaletica cicloturistica;

IDEE PER LA SOSTA

BUSSOLENGO

Adagiata su un pianoro ad altitudine 130 m., si affaccia sulla Val d’Adige mostrando a nord la corona delle prealpi venete, ad ovest quella delle colline moreniche. Nei secoli XV e XVI, nonostante le guerre e le calamità ricorrenti Bussolengo diventa centro di rilevante interesse nel territorio veronese. Di qui passano le merci fluviali che scendono dal Trentino e dal crocevia di Bussolengo transitano imperatori e principi, mercanti e pellegrini, eserciti e contingenti militari.

Principali interessi storico artistici:

  • CHIESA DI SAN VALENTINO: è il più glorioso e noto monumento di culto di Bussolengo. Risalente ai primi del 1300, nel 1391 il vescovo di Verona concede ai Disciplini il permesso di restaurarla, farne la sede della Confraternita e costruirvi, in luogo annesso, un ospedale per la cura dei viandanti e dei pellegrini.

  • CHIESA DI SAN ROCCO: dedicata a San Rocco in seguito alla peste del 1511. La chiesa custodisce, un notevole piccolo tesoro di fede e di arte, più di trenta riquadri a fresco. Gli affreschi di San Rocco illustrano un momento importane della pittura veronese della fine del Quattrocento e dei primi decenni del Cinquecento.

  • VILLA SPINOLA. Villa risalente al XV secolo.

SOMMACAMPAGNA

Il capoluogo sorge sulle ultime propaggini delle colline moreniche che circondano il Lago di Garda. La formazione del terreno risale all’ultima grande espansione glaciale con la quale inizia l’era quaternaria. Nei pressi di Sommacampagna sono stati trovati in loc. Palù reperti dell'età della pietra e i pali di sostegno di alcune palafitte. Numerosi sono anche i reperti di epoca romana (il paese si chiamava Summa Campanea) i più rilevanti sono tutt'ora osservabili presso l'antica pieve di Sant'Andrea al Cimitero e di San Pietro, luoghi ove sorgevano templi pagani. Nel medioevo il centro storico sorgeva nei pressi della pieve di Sant'Andrea e successivamente si è sviluppato in direzione di Verona, attorno al colle ove ora sorge la Chiesetta di San Rocco e il relativo campanile. Altri elementi di intresse Villal Venier, la chiesa di san rocco nell’omonima frazione.

Pieve di S. Andrea - La chiesa cimiteriale di Sant'Andrea a Sommacampagna, è un piccolo gioiello di arte romanica rurale. Sorta sui ruderi di un tempio pagano dedicato alla dea Leituria (Diana), ha acquistato le caratteristiche di chiesa cristiana, in stile romanico, dal V al XI secolo. Fatta con ciotoli, ha struttura di basilica a tre navate. Anche in passato la chiesa aveva tre absidi rivolte a levante, come pure tre erano gli ingressi. L’interno di S. Andrea è impreziosito da un importante ciclo di affreschi, realizzato nel corso del periodo romanico e da una splendida Via Crucis lignea.

CUSTOZA

Custoza è nota, oltre che per le ottime cantine e per la produzione dell’omonimo vino, anche per due importanti battaglie del Risorgimento, tra esercito piemontese (poi divenuto italiano) e l’esercito di occupazione austriaco.

Durante la prima guerra di indipendenza italiana, tra il 22 e il 27 luglio 1848 ci fu una serie di scontri, non solo a Custoza ma anche a Sommacampagna, tra le truppe del Regno di Sardegna, guidate da Re Carlo Alberto di Savoia, e quelle dell’impero Austriaco, comandate dal maresciallo Josep Radetzky.

Sulle colline di Custoza si svolse anche la battaglia del 1866, nell’ambito della Terza Guerra d’Indipendenza, che vede il neonato Regno d’italia, ancora una volta di fronte all’Impero Austriaco. Le forze in campo rivelavano una netta superiorità delle truppe italiane, divise in due armate, quella del Mincio e quella del Po, guidate rispettivamente dai generali La Marmora e Cialdini. La rivalità tra i due generali fu però la causa della sconfitta dell’esercito italiano.

L’Arciduca Alberto, che comandava le truppe austriache diede ordine di facilitare l’avanzata italiana verso di lui, lasciando intatti i ponti sul Mincio, che gli italiani varcarono il 24 giugno 1866 per portarsi verso l’Adige; la marcia fu veloce ma sfiancante e le truppe arrivarono esauste a contatto col nemico.

Lo scontro fu terribile e nonostante la resistenza eroica dei Granatieri di Sardegna e dei Granatieri di Lombardia, fu ordinata la ritirata lasciando le colline di Custoza agli austriaci.

SONA

Sona è il capoluogo di un Comune che comprende anche le frazioni di Lugagnano, Palazzolo e S. Giorgio in Salici.

E’ un paese dalle origini antichissime, tant’è che nell’’800 furono scoperti su una parte della collina (Monte Corno) reperti preistorici risalenti all’età del bronzo. Sona, oltre alla bellezza offerta dalla sua posizione collinare, con scorci panoramici sulle Prealpi bresciane, trentine, sulla catena del Monte Baldo, sui Monti Lessini e sul Gruppo del Carega, offre edifici e ville di grande importanza storico-artistica e culturale.

La storia di Sona e del suo territorio è inoltre testimoniata dalla presenza di importanti e pregevoli dimore signorili; tra queste sono da ricordare villa “Sparici-Landini” che fu degli Angheben, “Trevisani - Romani”, “Turata”, già Consolaro, “Giarola – Previtali” , “Menegazzi – Sparavieri – Macola”, “Silvestri” detta “La Sellara”, e altre ancora. A Sona è inoltre possibile scorgere, fra le campagne, le laboriose corti, le sorelle minori delle ville, fra le quali: “Montresora”, “Guastalla Vecchia”, “Ca’ Vecia” , “Colombaron”, “Centurara”, “Sgrifona”.

VALEGGIO SUL MINCIO

Questo importante centro veronese è sorto in epoca longobarda (VI sec.), sui resti di una vasta necropoli celtica e latina. L’abitato si è sviluppato addossato al colle e a una fortificazione che controllava il sottostante, strategico, punto di attraversamento del fiume Mincio. Nel XIV sec., Valeggio è stato inglobato nel grande complesso delle fortificazioni scaligero – viscontee. Fra il 1405 e il 1796, ha fatto parte dei domini di Terraferma della Serenissima Repubblica di Venezia, diventando la principale porta di accesso occidentale alla pianura veneta. Distrutto e abbandonato in seguito alla pestilenza e alla guerra di successione al ducato di Mantova (1629 -1631), fu ricostruito a partire dalla seconda metà del XVII sec. Durante l’epopea napoleonica (1796 – 1814) e le tre guerre risorgimentali (1848 – 1859 – 1866) è sempre stato coinvolto nei combattimenti che ebbero come teatro le alture moreniche poste a sud del lago di Garda. Dopo un passato legato unicamente al mondo dell’agricoltura, da alcuni decenni Valeggio ha conosciuto un consistente sviluppo che lo ha trasformato in centro turistico. Incastonato in un incantevole paesaggio collinare ricco di storia, cultura, monumenti e specialità enogastronomiche, Valeggio è ormai noto a livello internazionale.

BORGHETTO SUL MINCIO

L’abitato si è formato quando sulla riva destra del Mincio, a lato del guado secolare, fu edificato un punto di controllo fiscale longobardo denominato Corte Regia (VI-VII sec.). La successiva presenza di un insediamento monastico benedettino, attorno all’antica chiesa di Santa Maria, attesta il considerevole passaggio di pellegrini diretti verso i grandi santuari medievali. Nel XIII sec., l’istituzione di una Precettoria templare ha fortemente inciso sulla storia locale e ha dato alla chiesa la denominazione di Santa Maria della Masòn (del Tempio). Divenuto nel XIV sec. caposaldo occidentale delle fortificazioni scaligero – viscontee, Borghetto è sempre stato luogo di confine e di ponte fra i territori lombardi e quelli veneti. Sulle contrastate rive del Mincio si è concretizzata l’unità nazionale proclamata nel 1861. La chiesa parrocchiale, ridedicata nel XVI sec. a San Marco Evangelista, racchiude fra le sue mura secoli di storia, di cultura e le testimonianze della particolare devozione mariana locale. Borghetto, monumentale, medievale e fluviale, è annoverato fra i Borghi più belli d’Italia.

VILLAFRANCA di VERONA

A quasi quattromila anni fa, risale il primo segno umano in Villafranca, ossia la sepoltura di un uomo di rango sociale elevato. Una tomba ricca, con un pettorale argenteo a forma di falce lunare, un’alabarda di rame e una cuspide di freccia di selce, ritrovati nel 1913, ora esposti presso il Museo di Storia Naturale di Verona.

Nel 148 a.C. il console romano Spurio Postumio Albino fa costruire un’importante arteria stradale che da lui prende il nome, la via Postumia, che collega Genova ad Aquileia e ancora oggi attraversa Villafranca.

Del periodo romano l’importante iscrizione dedicatoria che il prefetto Lucio Cassio Corneolo, incide sulle pietre che sono alla base della torre principale del Castello e che probabilmente hanno fatto parte di un monumento dedicato all’imperatore Tiberio (siamo tra il 14 e 37 d.C.).

Ma la vera anima che ancora attraversa Villafranca nasce in piena età comunale: il 9 marzo 1185 segna la fondazione di Villafranca. L’esenzione fiscale dona al borgo il suo nome: Borgus Liber o Villa Francha, frontiera territoriale e militare nel secolare scontro tra Verona e Mantova.

Dal 1276, al Comune di Verona seguono gli Scaligeri.

Mastino II e Cangrande II della Scala, tra il 1345 e il 1353 fanno edificare un colossale sistema difensivo noto come Serraglio, che chiude il confine meridionale dello stato scaligero correndo da Valeggio sul Mincio sino alle paludi di Grezzano e aggiungono alla rocca comunale il grande recinto quadrato che ancora oggi possiamo vedere.

Dal 1405 la Repubblica di Venezia prenderà possesso del territorio e lo terrà per ben quasi 400 anni.

Nell’Ottocento, Villafranca diventa una protagonista del Risorgimento. A conclusione della Seconda guerra d’Indipendenza, l’11 luglio 1859, si stipula l’accordo per il trattato di pace. In quella che oggi viene comunemente definita “Sala del Trattato”; nel Palazzo Gandini – Morelli Bugna, si incontrano i due imperatori Napoleone III e Francesco Giuseppe d’Austria.

Il 24 giugno 1866, Terza guerra d’Indipendenza, a Villafranca il principe Umberto di Savoia partecipa a uno scontro tra la fanteria italiana e le avanguardie della cavalleria imperiale austriaca; episodio ricordato con l’edificazione dell’Obelisco del Quadrato del 1880.

Altri monumenti ed edifici di interesse storico/artistico:

Il duomo, consacrato nel 1882, dedicato a S. Pietro e S. Paolo, copia del Redentore palladiano di Venezia

L’oratorio di S. Rocco del XV secolo con importanti affreschi

La chiesa della Disciplina del XV secolo con facciata barocca del 1779

La chiesa del Cristo all’interno del Castello Scaligero