Questo sito utilizza i cookies per il funzionamento. Cliccando su Ok ne consenti l'utilizzo

Typography

Informazioni pratiche

Percorso Da Ostia a San Benedetto del Tronto
Lunghezza
Regioni attraversate Lazio, Marche
Ciclovie di Qualità Da Colli del Tronto al mare
Gpx del percorso http://www.bicitalia.org/yourls/salaria
Alloggi per cicloturisti
Info Servizi intermodali di trasporto bici
Roma e Rieti sono collegate tramite ferrovia con cambio a Terni (linea Roma-Ancona e linea Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona); Roma e Ostia Lido, sono collegate dall'omonima linea metropolitana urbana ed anche Fiumicino è collegata, ma dalla linea ferroviaria, la Fiumicino aeroporto-Roma-Orte (FL1); lo stesso dicasi per Roma e Passo Corese (staz. Fara Sabina, sempre FL1); Ascoli e San Benedetto del Tronto sono collegate da linea ferroviaria locale.
Assenza di ferrovie, invece, da Passo Corese (staz Fara Sabina) a Rieti, dove espleta servizio di autolinee il Cotral (www.cotralspa.it, trasporto pubblico Regione Lazio), i cui mezzi però non sempre hanno posto nel bagagliaio.
Assenza di ferrovie anche tra Antrodoco ed Ascoli; lungo questo tratto sono disponibili le autolinee Start Spa (www.startspa.it, trasporto pubblico Regione Marche) e Roma Marche Linee (www.romamarchelinee.it, trasporto privato in convenzione con Regione Marche), che sempre accolgono il trasporto delle bici, sebbene non sia stato ancora formalizzato; quest'ultima linea collega direttamente San Benedetto del Tronto a Roma (via A24), senza passare per la Via Salaria.

Da Roma a San Benedetto del Tronto.
Ricalca il corridoio della consolare romana e da Roma a Rieti e Antrodoco quindi le suggestive gole del Velino in salita verso il passo della Tornita a 1010 m.s.l.m. Dopo il riferimento è la valle del Tronto. Si arriva ad Ascoli proseguendo sul lato nord del fiume Tronto con alcuni tratti di ciclabile già disponibili all'uscita di Ascoli e più avanti in fondo naturale da Pagliare a Porto d'Ascoli.

L'antichità della Via Salaria è indiscussa e riconosciuta da tutti gli storici. E' stata una delle prime strade consolari romane ad essere realizzata, ma le proprie origini sono da ricercarsi in età arcaica, quando l'uomo iniziò la pastorizia. Molti degli antichi tracciati di quella che sarebbe divenuta una delle prime strade della più colossale opera viaria dell'antichità, erano già utilizzati in epoca preromana per consentire l'accesso al mare alle popolazioni interne (in particolare sabini e piceni) per l'approvvigionamento di sale dei grandi allevamenti dell'Appennino Centrale.

La storia più che trimillenaria di questa strada nel corso del tempo ci ha lasciato un prezioso patrimonio con numerosissime testimonianze monumentali disseminate lungo tutto il suo tracciato, ancora oggi non appieno valorizzato, tale da costituire uno straordinario museo a cielo aperto lungo i 296 km chilometri di percorso della Salaria, da Roma a San Benedetto del Tronto, oppure lungo i 337 km della via del sale, dal Tirreno all'Adriatico, se consideriamo tutto il percorso tra le due sponde della penisola.

L'Itinerario Ciclovia Salaria è attualmente un percorso non segnalato che si snoda sulla normale viabilità su strade a basso o a bassissimo traffico, in parte lungo tratti della Via Salaria romana, laddove ancora esistente e, in gran parte lungo la strada attualmente denominata Via Salaria Vecchia, costruita a metà dell'800, in parte borbonica e in parte dello Stato della Chiesa, in sostituzione della più antica Salaria romana caduta in disuso; tale strada, divenuta dopo l'Unità d'Italia, Strada Nazionale n. 4 con Regio Decreto del 1909, ora supporta solo il traffico locale, abbandonata progressivamente da quello interregionale trasferito sulla nuova strada a scorrimento veloce Ss. 4 Salaria, che ha finito a creare una pista ciclabile naturale. Altri tratti sono costituiti da strade parallele provinciali, comunali e vicinali, il più lungo tratto dei quali è la Sp. Turanense, dai Monti Sabini (Torricella in Sabina) a Rieti, di ca. 25 km. Non mancano le ciclabili, sono ben 7, ed una in attesa di essere realizzata; Roma viene interamente attraversata lungo la ciclabile urbana del Tevere.

Contesto territoriale

Tra le aree interessate dalla Ciclovia Salaria, dapprima abbiamo la Valle del Tevere dove si attraversa completamente Roma e il suo hinterland. Poi entriamo nella regione Sabina salendo i Monti Sabini, superati i quali, incontriamo Rieti, antica capitale sabina, Cures Sabini. Qui si apre la Conca Reatina con la sua accogliente Valle Santa, tangente alla Salaria, dove con una deviazione si possono visitare i quattro conventi francescani, testimonianza della presenza del poverello di Assisi in Sabina. Quindi, abbiamo la media valle del Velino, ricchissima di acque, dove nella pianura di San Vittorino incontriamo numerosi piccoli laghetti e sorgenti, dove spicca quello del Peschiera, che con il suo acquedotto soddisfa gran parte del fabbisogno idrico della capitale. Dopo le Terme di Vespasiano, dedicate all'omonimo imperatore sabino dove amava bagnarsi, ci inseriamo intimoriti dall'angusto passaggio tra le imponenti elevazioni del Terminillo e dei monti abruzzesi della catena Duchessa-Velino. Superiamo le Gole del Velino, nel punto più impervio, dove incontrimo la Migliara augustea che ricorda i lavori di restauro della Salaria eseguiti alla fine del I sec. a.C.. Quindi raggiungiamo il valico di Torrita a poco oltre i mille metri, che costituisce lo spartiacque appenninico che divide il versante tirrenico da quello adriatico, quindi iniziamo a scendere nell'alta e media Valle del Tronto, circondati dalle vette dei Monti Sibillini e della Laga e, più distante, il massiccio del Gran Sasso, passando in mezzo ai due rispettivi parchi nazionali, Arquata del Tronto, infatti, è l'unica città d'Italia ad essere inserita in due Parchi Nazionali. Infine, dopo aver superato le ancor più anguste Gole del Tronto, giungiamo nella bassa valle trontina, dove incontriamo la magnifica città d'arte di Ascoli, che custodisce uno dei complessi monumentali medioevali più importanti d'Italia, magicamente incastonato su uno sperone di roccia tra le strette e profonde anse dei fiumi Tronto e Castellano. Al termine del percorso ci accoglie il mare Adriatico, con la sua cordiale e ridente riviera delle palme di San Benedetto del Tronto, servita dalla bella ciclabile litoranea, la Ciclovia Adriatica, già Ciclovia n. 6 della rete di Bicitalia.

Il tutto s'inserisce in un contesto ambientale e storico-monumentale di alto valore, con territori prevalentemente montani o collinari, dove oltre alla natura, che fa da protagonista, vi sono numerosissime importanti testimonianze dell'uomo, fin dall'epoca preromana sabino-picena antica, ma soprattutto d'epoca romana. A questo si aggiungono anche monumenti di tutto l'arco storico, dall'alto medioevo all'Unità d'Italia, durante il quale la Via Salaria è stata destinata dalla storia a tracciare per oltre mille anni la secolare linea di confine tra il Nord e il Sud d'Italia, che ha separato in varie epoche il Sacro Romano Impero, carolingio e germanico a nord, dal sud normanno, svevo, angioino, aragonese e borbonico, con lo Stato della Chiesa rimasto a presidiare il tratto più occidentale della storica via. Carlo d'Angiò nel XIV secolo ha iniziato a costruire la linea difensiva del confine settentrionale del Regno di Napoli, lungo le valli del Tronto e del Velino, fondando le fortificazioni che poi formarono (partendo da sud): Castelfranco, Cittaducale, Castel Sant'Angelo, Borgovelino, Antrodoco, Posta, Cittareale, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Quintodecimo, Castel Trosino, Acquasanta, Castel di Luco, Ascoli Piceno, Ancarano, Civitella del Tronto, Controguerra e Colonnelle.