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Fotoponte ciclopedonale sul Serchio presso Lucca (A. De Riu, 2012)

Da Ponte a Moriano (Lu) a Bocca di Serchio (Pi)

Poco meno di 40 chilometri, tutti in piano, all’interno del parco fluviale di Lucca. Un percorso ideale per scoprire i luoghi natali del compositore Giacomo Puccini, a cui questa pista ciclabile è dedicata. Si pedala lungo la riva destra del fiume Serchio, per lasciarsi alle spalle i Monti Pisani e raggiungere il mare a Bocca di Serchio.

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Informazioni

Tipologia di percorso pista ciclabile in sede protetta con alcuni tratti di traffico promiscuo
Lunghezza 39 km
Livello di difficoltà facile
Fondo stradale prevalente asfalto, sterrato
Bicicletta Trekking, MTB
Luoghi d'interesse Ponte a Moriano, Lucca, Ripafratta, Vecchiano, Bocca di Serchio
Informazioni pratiche
Gpx del percorso

Alloggi per cicloturisti

Descrizione

Si parte da Ponte a Moriano, una manciata di chilometri a nord di Lucca, vero epicentro di questo percorso dalla doppia anima, fluviale e marina. Il Serchio, compagno di viaggio lungo tutti i 40 chilometri della pista ciclabile, lo si conosce subito ed è proprio seguendo il corso delle sue acque che sarà sempre facile orientarsi, nonostante la segnaletica ampiamente insufficiente. Se è vero che la storia dei fiumi la raccontano i ponti, è probabile che quelli sul Serchio, vista l’età di costruzione, abbiano molto da raccontare. Quello di San Quirico, per esempio, è stato costruito nel 1820 sui resti di una precedente struttura del 1341.

In vista del ponte siamo quasi all’ingresso di Lucca. Gli amanti della tranquillità possono approfittare dell’area di sosta attrezzata nei pressi della Terrazza Petroni, gli altri possono proseguire fino a farsi risucchiare dal centro cittadino, visto che la ciclabile permette di arrivare fin sotto le storiche mura perimetrali. Il bello è che, salendo, si può compiere un bellissimo giro panoramico “sulla” città, approfittando di un anello ciclabile. Le mura difensive di Lucca rappresentano probabilmente il miglior esempio in Europa di fortificazioni moderne che si siano conservate in una grande città (anche se merita senz’altro una citazione anche Ferrara).

Tornando sulla ciclabile del parco fluviale si continua a pedalare sull’argine sinistro del Serchio. Si attraversa un’ampia fetta della piana lucchese dove l’abbondanza di acqua e il clima favorevole hanno fatto sì che questa terra fosse abitata fin dai tempi dell’antichità. I corsi d’acqua e i filari di pioppi sono un tratto distintivo delle piste ciclabili in Toscana e questa, tra campi coltivati, casali in pianura e ville sui rilievi, non fa eccezione.

Purtroppo a Ripafratta la pista si interrompe per riprendere il suo sviluppo qualche chilometro più a sud, in località Vecchiano. Per coprire questo tratto si può procedere, con estrema attenzione, lungo la strada provinciale sull’argine destro del Serchio. Quando finalmente si torna a pedalare sulla pista ciclabile si apprezza ancora di più il silenzio e la lontananza dal traffico automobilistico. Ormai in vista della pineta litoranea la nostra direzione scarta improvvisamente e, nel giro di un chilometro, ci ritroviamo più a sud per seguire l’ampia curva del Serchio. A questo punto, davanti a noi, c’è un lunghissimo rettilineo alla fine del quale si può intravedere l’immensa distesa del Tirreno.

IDEE PER LA SOSTA

Lucca Comics & Games

La più importante fiera italiana dedicata al fumetto, all’animazione, al gioco (ruolo, tavolo, carte, ecc.) e al variegato universo dell’immaginario fantasy e fantascientifico. Si svolge tutti gli anni tra ottobre e novembre e trasforma Lucca in una città abitata da stranissimi personaggi. Per informazioni www.luccacomicsandgames.com

L'eremo di Santa Maria ad Martyres

Conosciuto come Eremo di Rupecava, si tratta di un complesso monastico fondato nel 1214 e adagiato sulle colline di Ripafratta, ai piedi del monte Maggiore. Dalla pista ciclabile si può raggiungere facilmente in pochi minuti.

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo

Edificata nel 1857 a Ripafratta, sulla pieve romanica pre-esistente distrutta dal terremoto, riporta nel timpano in facciata lo stemma dei nobili Roncioni, che avevano sulla chiesa di Ripafratta il cosiddetto ius patronatus, cioè il diritto di presentare dei nomi al vescovo per la nomina del pievano. L’urna sull’altare di destra custodisce una Madonna con Bambino in gesso, opera di Vincenzo Moroder di Ortisei.